Il CNDCEC ha richiesto che le spese sostenute per il rilascio del visto di conformità rientrino tra le spese detraibili
Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC), in occasione dell'audizione parlamentare sulla Legge di Bilancio svoltasi il 19 novembre 2021, ha chiesto di prevedere che le spese sostenute per il rilascio del visto di conformità e dell’asseverazione, esteso a tutti i bonus edilizi, rientrino tra le spese detraibili.
Questa è una delle proposte contenute nel documento consegnato alle Commissioni congiunte Bilancio di Camera e Senato dal CNDCEC.
Nel documento si spiega che la proposta è finalizzata “a non gravare i contribuenti del costo dei nuovi controlli previsti dal decreto-legge 11 novembre 2021, n. 157, attualmente in corso di conversione, in caso di esercizio dell’opzione per la cessione o per lo sconto in luogo delle detrazioni d’imposta relative agli interventi edilizi elencati nel comma 2 dell’articolo 121 del decreto-legge n. 34 del 2020”.
Tra le proposte avanzate dalla categoria anche quella, relativa al Superbonus 110%, di “chiarire espressamente in via normativa che le proroghe previste per i lavori sulle parti comuni condominiali valgono anche per gli interventi trainati sulle singole unità immobiliari del condominio, come, ad esempio, la sostituzione delle finestre o della caldaia autonoma dei singoli appartamenti”.
Nel corso dell’audizione, viene poi ribadita la richiesta già più volte formulata dalla categoria di neutralità fiscale delle operazioni di riorganizzazione delle attività di lavoro autonomo, al fine di “favorire e incentivare concretamente le società tra professionisti”.
Si tratta, dunque, di “garantire la necessaria parità di trattamento fiscale delle operazioni di riorganizzazione delle attività di lavoro autonomo rispetto alle analoghe operazioni straordinarie poste in essere nell’ambito delle attività commerciali, favorendo lo sviluppo di una forma societaria, la società tra professionisti, attualmente ancora poco utilizzata, proprio per le incertezze sulla normativa fiscale applicabile a tali fattispecie”.
Sempre a proposito di Società tra i professionisti, la categoria ha infine ribadito anche la proposta di un regime opzionale di determinazione secondo il criterio di cassa del reddito delle stesse società.
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