Regime di franchigia IVA transfrontaliero per piccole imprese

4 Dicembre 2024

Dal 1° gennaio 2025 entreranno in vigore importanti cambiamenti fiscali grazie al Decreto Legislativo 180/2024, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 30 novembre. Questo decreto recepisce la direttiva (UE) 2020/285, introducendo un regime di franchigia IVA transfrontaliero per le piccole imprese, con l'obiettivo di armonizzare il sistema fiscale europeo e favorire la competitività delle realtà imprenditoriali minori.

Oltre alle novità sulla franchigia IVA, il decreto disciplina aspetti legati al commercio elettronico, ampliando il quadro normativo per un settore in continua espansione.

Cos'è il regime di tranchigia IVA transfrontaliero?
Il regime di franchigia consente ai soggetti passivi dell’Unione Europea, con un volume d’affari non superiore a determinate soglie, di non applicare la rivalsa dell’imposta né di detrarla. Grazie al decreto, le piccole imprese potranno avvalersi di questo sistema semplificato anche in Stati membri diversi da quello in cui sono stabilite, a patto di rispettare specifiche condizioni.

Applicazione in Italia da imprese UE
Un'impresa stabilita in un altro Stato membro può accedere alla franchigia in Italia se:

• Volume d’affari UE: non supera i 100mila euro l'anno precedente.
• Volume d’affari in Italia: non eccede gli 85mila euro (o la soglia inferiore del regime forfettario).
• Comunica al proprio Stato membro di origine l'intenzione di aderire al regime in Italia e ottiene un numero di identificazione "EX".

Applicazione da imprese italiane in altri Stati UE
Anche le imprese italiane possono sfruttare il regime di franchigia in altri Stati membri, rispettando condizioni simili, tra cui la comunicazione preventiva all’Agenzia delle Entrate e l’identificazione ai fini IVA nel Paese estero.

Cause di esclusione
Sono esclusi dal regime i soggetti che:

• Operano principalmente in settori come vendita di immobili, terreni edificabili o mezzi di trasporto nuovi.
• Partecipano in società o hanno dipendenti con costi superiori a 20.000 euro l’anno.
• Hanno redditi da lavoro dipendente eccedenti i 30.000 euro.

Novità per l’e-commerce e i servizi digitali
Il decreto prevede inoltre modifiche per il trattamento IVA nel settore digitale. Dal 2025, i servizi virtuali e in streaming saranno tassati nel Paese di residenza del committente, anche se non è un soggetto passivo IVA. Ad esempio:

• Eventi culturali, sportivi o ricreativi trasmessi in streaming saranno soggetti a IVA in Italia se il committente è un residente non soggetto passivo.
• Diversamente, se il committente è un soggetto IVA, si applicano regole specifiche.

Un nuovo scenario per le piccole imprese
Queste misure rappresentano un’importante opportunità per le piccole imprese, rendendo più semplice l'operatività transfrontaliera e incentivando l’e-commerce. Con regole più chiare e armonizzate, l'obiettivo è favorire la crescita di un mercato unico europeo sempre più competitivo.

Se operi o intendi operare in ambito internazionale, è il momento giusto per valutare l’impatto di queste novità sul tuo business.