Ma generano contenziosi tra contribuenti e Fisco
Nelle dichiarazioni dei redditi 2018 delle persone fisiche le detrazioni sui lavori di ristrutturazione e sul risparmio energetico hanno rispettivamente superato 6 e 1,5 miliardi di euro, attivando investimenti per 28,6 miliardi.
Il successo dei bonus 50 e 65% ha però generato una sorta di contenzioso tra contribuenti e Fisco.
L’Agenzia delle Entrate ha sempre sostenuto che sono agevolabili solo gli interventi di fedele ricostruzione, per poi cambiare posizione ammettendo anche le opere di ricostruzione con volumetria inferiore.
Anche per quanto riguarda l’accesso all’ecobonus c’è ormai uno scontro aperto tra società immobiliari e Fisco.
Secondo le Entrate, la condizione per poter usufruire dello sconto fiscale è che all’intervento di riqualificazione segua un’effettiva riduzione dei consumi energetici nell’esercizio dell’attività imprenditoriale ma non può riguardare le opere realizzate su beni oggetto dell’attività esercitata. Per le società che si occupano di pura locazione gli edifici su cui dovrebbero essere realizzati gli interventi di risparmio energetico rappresentano l’oggetto dell’attività esercitata (affitto a terzi) e non cespiti strumentali. Dunque, sostiene l’Agenzia, l’ecobonus non è applicabile (risoluzione 340/E/2008).
Diversamente per i giudici tributari la detrazione spetta ai titolari di reddito d’impresa per la riqualificazione energetica di immobili di proprietà di qualsiasi natura, perché la normativa non pone alcun limite in proposito.
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