I titolari di partita Iva esclusi
La Legge di Bilancio 2020 ha introdotto nuovi limiti per l’applicazione dell’aliquota al 15% del regime agevolato escludendo i contribuenti che nell’anno precedente a quello di applicazione del nuovo regime hanno percepito redditi di lavoro dipendente o assimilati superiori ai 30mila euro. L’esclusione pertanto riguarda dipendenti e pensionati.
Dunque chi aveva avviato un’attività collaterale di lavoro autonomo aprendo la partita Iva con il regime forfettario, beneficiando quindi delle modifiche introdotte con la Manovra 2019, sarà probabilmente costretto a chiuderla a meno che non decida di aprire una partita Iva a regime ordinario (facendosi così carico di maggiori oneri fiscali e burocratici).
Secondo lo studio dell’Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro, ‘Regime forfettario: i dati 2019 e la proiezione sul 2020’, circa 10mila soggetti si trovano in questa situazione. Ovvero coloro che nel 2019 avevano aderito al regime agevolato e che avevano già un reddito da lavoro dipendente o assimilato. Dunque nel caso in cui quest’ultimo reddito superi i 30mila euro annui non potranno più beneficiare del regime agevolato con l’aliquota al 15%.
Nello studio viene calcolato che nel 2019 hanno aderito al nuovo regime forfettario 554.902 contribuenti, di cui 285.333 erano già titolari di partita Iva che nelle dichiarazioni Iva di aprile 2019 sono passati al nuovo regime agevolato. Sono invece 269.569 i nuovi iscritti che hanno aderito al regime a dicembre, il 67,5% del totale delle nuove iscrizioni di partite Iva nel 2019, che sono state 399.584.
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