Pubblicato un documento che analizza le tappe del percorso del nuovo sistema Iva 2022
Il piano europeo di azione sull’Iva, che dovrebbe portare alla creazione di uno spazio unico europeo dell’imposta, è contenuto nella comunicazione della Commissione europea COM(2016) 148 del 7 aprile 2016.
Questo piano nasce dall’esigenza di una riforma dell’intero sistema dell’imposta improntato a una maggior semplicità, alla necessità di fronteggiare al meglio il rischio di frodi, nonché al conseguimento di un più elevato livello di fiducia fra imprese e amministrazioni fiscali e fra le stesse amministrazioni fiscali dei vari Paesi UE.
La Fondazione Nazionale dei Commercialisti insieme al Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili ha pubblicato un documento dal titolo “Gli scenari futuri dell'Iva alla luce delle direttive e delle proposte dell'UE” nel quale si analizzano i vari passi da seguire per arrivare alla riforma del sistema Iva e quindi alla creazione di uno “spazio unico europeo” per l’applicazione dell’imposta, la cui prima fase è prevista con decorrenza dal primo luglio 2022.
Secondo l’UE, il sistema definitivo dell’Iva “si dovrebbe basare sul principio dell’imposizione nel paese di destinazione dei beni”, con la conseguenza che le norme in base alle quali il fornitore riscuote l’imposta dal proprio cliente “saranno estese alle operazioni transfrontaliere”, superandosi l’attuale sistema in cui l’operazione è “artificialmente” ancorché necessariamente (stante il meccanismo transitorio individuato in origine) frazionata (ossia sdoppiata) in un’operazione attiva “esente” da imposta nel Paese del cedente (ove si tratti di beni) e in un acquisto imponibile nello Stato del cessionario (sempre considerando un acquisto di beni).
Sulla base di tali presupposti, “la soluzione migliore per l’Unione nel suo insieme consisterebbe nel tassare le cessioni di beni tra imprese nell’UE allo stesso modo delle cessioni nazionali, rimediando in tal modo al grave difetto del sistema transitorio e mantenendo intatte al contempo le caratteristiche di fondo del sistema dell’Iva”.
Per la realizzazione del passaggio al sistema definitivo Iva, secondo l’UE, vi sono due tappe legislative da seguire.
La prima prevede che il nuovo principio di tassazione si applicherebbe, mediante l’implementazione dello strumento dello “sportello unico”, alle sole imprese che non siano certificate dalle rispettive amministrazioni fiscali, mentre le imprese “certificate dalle loro amministrazioni fiscali, continuerebbero a essere debitrici dell’Iva per i beni acquistati da altri paesi dell’UE”, con conseguente agevole transizione al nuovo sistema.
La seconda, invece, consisterebbe nell’applicare la tassazione a tutte le cessioni transfrontaliere, in modo che tutte le cessioni di beni e servizi nel mercato unico, nazionali o transfrontaliere, vengano trattate allo stesso modo.
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